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sabato 9 settembre 2017

venerdì 1 settembre 2017

Tirana, Piramide (aprile 2017)

Una suggestiva fusione tra Budapest e Napoli.
 
Con questo biglietto da visita si è presentata ai miei occhi la città di Tirana nel mio recente viaggio di questa primavera: itinerario in autobus che mi ha portato dall’insolita Montenegro all’Albania, appunto.
 
In tutta la città si respira ancora il periodo architettonico “monumentale” ed autoreferenziale, per lunghi tratti decadente dell’epoca di Hoxca, il dittatore comunista che ha deciso le sorti del Paese fino alla morte avvenuta nel 1985.
 
La Piramide di Tirana fu ideata dallo stesso leader politico come proprio mausoleo: in effetti, la sua volontà testamentaria fu rispettata, ma solo per pochi anni (dal 1988, giorno dell’inaugurazione fino al 1991), poiché a seguito del noto avvenimento (la caduta del Muro di Berlino) e tutto l’effetto domino che ne derivò, la salma del dittatore fu trasferita in un anonimo (e alquanto periferico) cimitero comunale fuori dalla capitale, ben lontano da sguardi e pensieri nostalgici.
 
Di fatto, l’unico ricordo del dittatore – ancora visibile ai passanti - è rappresentato dalla sua ex residenza (munita di giardino e piscina, sebbene con uno stile tutt’altro che sfarzoso, rispetto al suo “collega” rumeno, Ceausescu), collocata all’interno del quartiere Blloku: in tale la zona, nella quale si insediarono, con le proprie abitazioni, tutti i Ministri dell’epoca, era inibito l’accesso alla popolazione durante il regime (oggi, per la legge del contrappasso, è un’area colorata e dinamica).
 
Nel 2017 il monumento è preda dei graffiti, dell’usura del tempo e, soprattutto, del disinteresse della popolazione; tra l’altro, l’unica fiammata di partecipazione che ha suscitato negli albanesi è stata l’idea di demolire la Piramide e costruirci, in sostituzione, il nuovo Parlamento: fortunatamente la proposta è stata bocciata, almeno per ora (come mi ha raccontato un loquace cittadino di Tirana incontrato sul posto).